“Il brutale femminicidio di Giulia Cecchettin non è che l’ennesimo di una dolorosa e lunga lista dell’orrore che ci impone di mettere in campo scelte efficaci e rapide una volta per tutte.

Contro la violenza di genere serve non solo attuare pienamente il Codice rosso, ma soprattutto ridare efficienza dell’apparato giudiziario: per tutelare le donne serve che le Procure siano davvero in grado di intervenire quando c’è una denuncia. Sappiamo purtroppo che troppo spesso questo non avviene.

Quella che serve, poi, è una vera e propria rivoluzione . Alla base di ogni episodio di violenza di genere c’è un problema culturale che tutta la società è chiamata ad affrontare.

Serve una revisione totale del sistema sociale e occorre ripartire dai genitori che troppo proteggono e giustificano i propri figli, come anche dalle scuole, promuovendo corsi di educazione all’affettività e all’educazione sessuale.

Dobbiamo superare la cultura che non concepisce sconfitta e impedisce di elaborare un amore finito o non corrisposto.

Per fare questo serve una costanza di pensiero e una coscienza collettiva nuova che metta radici a prescindere dai fatti di cronaca. Non siano solo le tragedie a scatenare il dibattito”.

Stefano Bandecchi
Coordinatore nazionale di Alternativa Popolare
Sindaco di Terni