Il Presidente di Alternativa Popolare, Paolo Alli, è intervenuto come ospite nel format Skill Pro, raccolta podcast di The Skill Group, per commentare i recenti sviluppi circa il progetto della Nuova Via della Seta.

Alli, già deputato e presidente dell’Assemblea Parlamentare della Nato, ha spiegato ai microfoni del programma perché la decisione del governo italiano di uscire dal Memorandum firmato dall’ex presidente del Consiglio Conte è più che ragionevole. Infatti,

«Aderire alla via della Seta fu una scelta frettolosa e azzardata del governo Conte perché non c’erano le condizioni per farlo. La Nuova Via della Seta, la quale nasceva come una iniziativa esclusivamente economica, è infatti diventato un massiccio progetto geopolitico e geostrategico considerando l’investimento previsto in infrastrutture per oltre 600 miliardi di dollari.

Il sospetto, in particolare, è

“che la Cina intenda avvalersi della ‘diplomazia della trappola del debito’ con i Paesi più poveri che hanno aderito all’iniziativa, cioè acquistando debito pubblico in cambio di infrastrutture per controllarli. Oggi, tutto questo e’ aggravato anche dall’appoggio della Cina alla Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina, e ha fatto sì che molti paesi facessero retromarcia in merito all’adesione alla via della Seta.

Per questi motivi, secondo Alli,

“È corretta la decisione dell’attuale governo di cercare di uscire dall’accordo, ovviamente nel modo più soft possibile, anche perché c’e’ solo l’Italia tra le superpotenze occidentali ad aver sottoscritto questo patto”

Per quanto concerne l’influenza degli Stati Uniti in merito alla scelta del governo italiano, Alli ha concluso:

Non credo ci siano state grosse pressioni da Washington affinché l’Italia uscisse dalla via della Seta, e’ vero che gli americani hanno interesse nel tenere una posiziona ferma verso Pechino, ma allo stesso tempo dipendono in buona misura dagli scambi economici con la Cina”.

Per ascoltare l’intervento integrale del presidente Alli, si prega di cliccare qui.